L’Eurozona sembra aver ingranato la marcia giusta nel settore dell’edilizia, ma in Italia il comparto continua a crollare: ecco perché le associazioni salutano con favore l’introduzione di alcune misure di incentivazione nazionale, che potrebbero restituire ossigeno alle costruzioni nel nostro Paese.
L’edilizia in Europa
La produzione edilizia ha ottenuto un nuovo piccolo incremento nei Paesi dell’Eurozona, con i dati di aprile che certificano un miglioramento dello 0,3 per cento su base mensile, restando però piatta nell’analisi che riguarda le 28 nazioni della Unione Europea. A ben guardare le analisi di Eurostat, però, si scopre con mestizia l’ultimo posto dell’Italia, che con un ulteriore decremento di 4 punti percentuali tra il mese di marzo e quello di aprile vanta il poco invidiabile primato negativo per quanto riguarda i valori dell’edilizia nei 19 Paesi dell’euro.
Una mazzata in Italia
Nell’indagine precedente, stilata prendendo in esame la produzione di marzo rispetto a quella di febbraio 2017, nella zona euro c’era stato un calo dell’1,1 per cento, mentre l’Italia sembrava aver imboccato una leggera ripresa, con un piccolo passo in ambiente positivo (più 0,6 per cento in Italia). I nuovi riscontri, invece, rappresentano una mazzata per le imprese italiane del settore, che continuano a pagare lo scotto della crisi.
Un triste primato
Ampliando l’analisi ai 28 Paesi dell’Ue, si scopre che nel mese di aprile la produzione è aumentata di più in Svezia (+3,8 per cento), Francia (+3,5 per cento) e Repubblica Ceca (+1,6 per cento), mentre il dato peggiore in assoluto è quello della Romania (-7,7 per cento), con l’Ungheria che segue l’Italia nel podio “al contrario”. Rispetto ai valori dell’aprile dello scorso anno, Eurostat segnala un aumento nella zona euro di 3 punti percentuali, di 2,7 punti nella zona Ue-28 e, al contrario, un calo di 4,6 punti percentuali in Italia, ancora una volta il dato più basso della zona euro anche su base annua.
Rilanciare il settore
Il settore dunque è in forte difficoltà, e per questo motivo si attendevano con impazienza le mosse del Governo, che sono state varate proprio nei giorni scorsi: già nel 2016, misure come il credito di imposta per le ristrutturazioni e l’ecobonus avevano dato un contributo importante per offrire ossigeno al settore, generando 28,2 miliardi di euro di investimenti, con un incremento del 12,3 per cento sul 2015, e attivando 419 mila posti di lavoro tra diretti e indotto.
Solo manutenzione
Secondo le analisi degli esperti, nei dieci anni tra 2007 al 2016 i lavori di manutenzione straordinaria incentivati con il credito di imposta sono stati pari a 190 miliardi di euro; questo significa che quasi l’ottanta per cento del valore della produzione del settore edilizia allo stato attuale si deve alla riqualificazione del patrimonio esistente, come confermato in ultimo dal rapporto “Una nuova edilizia contro la crisi“, realizzato da Cresme e Fondazione Symbola.
L’impatto degli incentivi
Quello degli incentivi, insomma, è stato in questi anni l’unico motore e fattore positivo per l’edilizia, il settore che più di ogni altro in Italia ha pagato la crisi, con una perdita stimata di 600 mila posti di lavoro dal 2008 al 2016. Ecco perché tra i nuovi interventi si ripone molta speranza nello strumento del “sismabonus” che consente detrazioni sino all’85% dei costi sostenuti relativamente a spese per la messa in sicurezza antisismica.
Una nuova edilizia
Ai vantaggi per i cittadini e per il patrimonio immobiliare si aggiungono quelli della filiera intera dell’edilizia, un settore che necessita di una terapia d’urto per riprendersi dagli anni di congiuntura negativa. Un supporto in tal senso può arrivare anche dal digitale, visto che l’ecommerce di prodotti per il lavoro può offrire interessanti spunti di risparmio: oggi infatti è possibile acquistare anche prodotti specifici come le rampe in alluminio per cingolati sul sito Giffi Market, che propone un’ampia gamma di macchine e accessori per accompagnare ogni tipo di esigenza del cantiere.